Diniego del Visto per Residenza Elettiva
In caso la Rappresentanza diplomatica o consolare d’Italia, a seguito della domanda presentata dal cittadino straniero per il rilascio del visto per residenza elettiva, adotti un provvedimento di diniego del visto per residenza elettiva, è possibile, qualora sussistano i presupposti, proporre un ricorso avverso il diniego dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio.
Per la presentazione del ricorso è necessaria l’assistenza di un avvocato abilitato al patrocinio in Italia, in quanto lo straniero non può stare in giudizio da solo.
Il ricorso deve essere notificato entro termini perentori, i quali decorrono dalla data di notificazione al richiedente del provvedimento di diniego (in linea generale entro 60 giorni, che a determinate condizioni possono essere aumentati fino a 90 o 150 giorni).
Il ricorso ha il fine di dimostrare in giudizio che il richiedente possiede tutti i requisiti previsti dalla legge per ottenere il visto per residenza elettiva.
Quali rimedi contro al provvedimento di diniego del visto per residenza elettiva
Avverso il “diniego del visto per residenza elettiva” è possibile presentare un ricorso al giudice competente, ossia al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, con sede in Roma.
Il ricorso deve essere notificato, con il patrocinio di un avvocato abilitato ad esercitare in Italia, entro termini perentori che decorrono dalla data notificazione del provvedimento di diniego al richiedente.
La qualità dell’assistenza legale è fondamentale perché occorre ribaltare il provvedimento impugnato e dimostrare che, contro ogni ombra di dubbio, il richiedente possiede tutti i requisiti previsti dalla legge per l’ottenimento del “visto per residenza elettiva”, dall’abitazione eletta a residenza, ai requisiti finanziari, all’assenza di pericolosità per l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale, ecc.
Con la recente sentenza n. 10878/2023 del 28/06/2023, il Tar Lazio di Roma, Sezione III^, ha accolto un ricorso di Boschetti Studio Legale avverso il provvedimento di diniego del visto per residenza elettiva emesso dal Consolato d’Italia a San Paolo, riconoscendo, come da noi affermato, che il nostro cliente aveva dimostrato di possedere tutti i requisiti necessari per ottenere il visto per residenza elettiva, ossia, nella specie:
- di avere un’abitazione in Italia da eleggere quale residenza, ottenuta con un contratto di locazione debitamente registrato;
- di possedere stabili risorse economiche, derivanti dalla rendita generata dai canoni di locazione degli immobili di cui era unico proprietario, per un ammontare pari a circa al doppio dell’importo minimo richiesto;
- di poter contare su cospicue giacenze sui conti correnti, presso cui affluivano le predette risorse economiche.
Di contro – afferma il Tar Lazio – l’Amministrazione ha fondato il suo diniego su formule generiche e stereotipate, inconciliabili con il quadro istruttorio delineatosi in sede procedimentale.
I poteri discrezionali della Pubblica Amministrazione in tema di rilascio del visto per residenza elettiva devono essere esercitati nel rispetto del punto 13 del Decreto Interministeriale n. 850/2011, che è chiaro nel predeterminare parametri ben precisi che devono orientare l’esercizio del potere discrezionale da parte dell’Amministrazione.
Quest’ultima, pertanto, “è chiamata a valutare, con giudizio prognostico da formularsi sulla base dell’esame del quantum, della tipologia e della qualità delle risorse del richiedente, la capacità economica di quest’ultimo e l’idoneità delle stesse a garantirgli di mantenersi in Italia senza dover prestare attività lavorativa. In questa chiave assumono rilievo, l’entità, l’autonomia, la stabilità e la piena disponibilità delle risorse economiche dimostrate dal richiedente”.
Ebbene, nel caso del nostro cliente, tale scrutinio ha consentito di delineare con chiarezza un quadro di congrua capacità economica dell’interessato, che ha adeguatamente assolto l’onere di dimostrazione della sua possibilità di mantenersi in Italia.
Si tratta di un grande successo di Boschetti Studio Legale, che ha dimostrato di possedere piena padronanza in materia di visto per residenza elettiva.
Requisiti del Visto di ingresso per residenza elettiva
Per ottenere il “visto per residenza elettiva”, ed il conseguente relativo permesso di soggiorno per residenza elettiva, il cittadino straniero deve fornire adeguate e documentate garanzie circa:
- la disponibilità di un’abitazione in Italia, di proprietà o in locazione, da eleggere quale propria residenza elettiva;
- il possesso di ampie risorse economiche autonome, stabili e regolari, di cui si possa ragionevolmente supporre la continuità nel futuro. Tali risorse, approssimativamente non inferiori ad € 31.000 all’anno, devono provenire:
- dalla titolarità di cospicue rendite (pensioni, vitalizi);
- dal possesso di proprietà immobiliari;
- dalla titolarità di stabili attività economico-commerciali;
- da altre fonti diverse dal lavoro subordinato.
Come lo studio legale Boschetti può essere utile per il Ricorso contro il diniego del visto per residenza elettiva
Lo Studio Legale Boschetti è l’unica realtà in Italia di Studio Legale che tratta il diritto dell’immigrazione in forma esclusiva e strutturata, sin dal 2008, quando la materia non era sotto i riflettori come lo è oggi.
Lo Studio è quindi abituato ad assistere il Cliente che abbia ottenuto un diniego del visto per residenza elettiva nella presentazione di un ricorso dinanzi al TAR Lazio. Per noi è una pratica “normale”.
La nostra reputazione è nota, essendo ampiamente testimoniata dalle oltre 220 recensioni positive su Google Business.
Ecco come lavoriamo, nel particolare:
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esaminiamo il provvedimento di diniego, nonché l’eventuale preavviso di rigetto ex art. 10-bis Legge n. 241/1990 adottato prima della decisione definitiva, al fine di valutare se, sulla base della documentazione presentata dal richiedente, vi sono le condizioni per presentare ricorso;
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in caso affermativo, acquisiamo tutti i documenti originali e ci occupiamo della fase giudiziale, predisponendo il ricorso, notificandolo all’Amministrazione interessata e rappresentando il Cliente nel corso della/e udienza/e della causa;
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esaminiamo il provvedimento finale del giudizio emesso dal TAR Lazio;
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ci occupiamo dell’esecuzione della sentenza. La nostra assistenza è “chiavi in mano”, ossia seguiamo il cliente finché non ottiene materialmente dall’Ambasciata il visto per residenza elettiva.
Passi semplici e veloci per il ricorso contro il diniego del visto per residenza elettiva
Al fine di ottenere il visto per residenza elettiva, è necessario predisporre al meglio la documentazione da allegare alla domanda, con cui il richiedente prova il possesso dei requisiti previsti dalla normativa.
In caso di diniego del visto per residenza elettiva, occorre esaminare il provvedimento finale al fine di comprendere le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione ad adottare la decisione di rifiuto e valutare, in caso sussistano i presupposti, i motivi di ricorso.
È pertanto indispensabile l’assistenza di uno Studio Legale che possa documentare un’esperienza consolidata in diritto dell’immigrazione e una competenza specifica con riferimento a detta tipologia di visto.
Quando viene negato il visto?
In linea generale, il visto viene negato dalla Rappresentanza diplomatica o consolare d’Italia dinanzi alla quale è presentata la richiesta qualora il richiedente non dimostri, nel corso del procedimento, il possesso dei requisiti previsti dalla legge per il rilascio del visto per residenza elettiva.
Tuttavia, è una prassi sempre più diffusa, da parte delle Ambasciate italiane, quella di rifiutare il visto con motivi pretestuosi e standardizzati, anche considerato il fatto che il diniego del visto viene emesso su formulari a crocette, per cui la motivazione, il più delle volte, è difficile da comprendersi.
Per questo diventa fondamentale l'assistenza di uno studio legale esperto in pratiche di visto per residenza elettiva, che grazie alla specializzazione nel diritto dell'immigrazione, è in grado di seguire passo passo lo straniero, evitando le trappole che sono proprie di ogni pratica di richiesta di visto d'ingresso, quale ne sia il titolo.
Come si ottiene la residenza elettiva?
Per ottenere il visto per residenza elettiva, ed il conseguente relativo permesso di soggiorno per residenza elettiva, il cittadino straniero deve fornire adeguate e documentate garanzie circa:
a) la disponibilità di un’abitazione in Italia, di proprietà o in locazione, da eleggere quale propria residenza elettiva;
b) il possesso di ampie risorse economiche autonome, stabili e regolari, di cui si possa ragionevolmente supporre la continuità nel futuro, che provengano da fonti diverse dal lavoro subordinato e siano approssimativamente non inferiori ad € 31.000 all’anno.
Cosa si intende per residenza elettiva?
Con il visto per residenza elettiva lo straniero che vuole stabilirsi in Italia, ed è in grado di mantenersi autonomamente senza esercitare alcuna attività lavorativa sul territorio nazionale, può eleggere la propria residenza in Italia e quivi rimanere per un soggiorno di lunga durata.
Chi ha il permesso di soggiorno ha anche la residenza?
Il titolare del visto per residenza elettiva, una volta entrato in Italia, potrà chiedere ed ottenere il relativo permesso di soggiorno, stabilendo in Italia la propria residenza nel luogo certificato in sede di domanda del visto per residenza elettiva.
Tale permesso, che generalmente ha durata annuale ed è rinnovabile alla scadenza, consente allo straniero di risiedere regolarmente in Italia.
È utile specificare che il titolare del permesso di soggiorno per residenza elettiva sarà obbligato a permanere sul territorio italiano per almeno la metà del periodo di validità del permesso (ad esempio, in caso di permesso di durata annuale, lo straniero non potrà interrompere il soggiorno in Italia per un periodo continuativo di oltre 6 mesi).