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Residenza Elettiva

Residenza Elettiva per l’Acquisto Immobiliare In Italia

Il visto per residenza elettiva può essere richiesto dallo straniero che ha la disponibilità in Italia di un alloggio da eleggere a residenza e che può dimostrare di potersi mantenere nel territorio nazionale senza dover lavorare.

In sostanza, lo straniero che richiede il visto, e poi il permesso di soggiorno per residenza elettiva, deve dimostrare di avere ampie risorse economiche provenienti da fonti lecite, differenti dal lavoro subordinato, tali da consentirgli di vivere in Italia senza dover lavorare.

Requisito fondamentale della residenza elettiva per l’acquisto immobiliare in Italia è essere proprietario di un immobile nel territorio nazionale nel quale il richiedente potrà eleggere residenza.

Quando è possibile ottenere la Residenza Elettiva per l’Acquisto Immobiliare In Italia

La via preferenziale per ottenere il visto per residenza elettiva è acquistare un immobile in Italia. Non si tratta certamente di una passeggiata. L’acquisto di una casa è un’operazione molto lunga e complessa.

Lo straniero che intende ottenere la residenza elettiva per l’acquisto immobiliare in Italia deve affrontare una serie di step amministrativi, burocratici e legali, difficilmente gestibili senza il supporto di professionisti esperti della materia immobiliare.

Ci sono alcune Ambasciate italiane, come ad esempio quella nella Repubblica Popolare Cinese, che considerano l’avere casa di proprietà in Italia un fattore da cui si può presumere l’esistenza delle risorse economiche sufficienti a vivere in Italia senza dover lavorare, che, come abbiamo visto, è un requisito per poter ottenere il visto per residenza elettiva.

Anche altre Ambasciate, tuttavia, pur senza applicare criteri di automatismo, valutano in maniera estremamente positiva il fatto che il richiedente il visto e permesso di soggiorno per residenza elettiva abbia un immobile di proprietà in Italia.

Avere casa di proprietà è un biglietto da visita di grande effetto per lo straniero che chiede il visto per residenza elettiva in Italia, poiché testimonia, in maniera diretta e inequivoca, lo status di benestante.

La residenza elettiva per l’acquisto immobiliare in Italia è una fattispecie che può interessare lo straniero che decide di trasferirsi in Italia, oppure di ottenere un permesso di soggiorno per residenza elettiva che gli consenta di muoversi più liberamente in area Schengen, senza dover necessariamente vivere in Italia in maniera esclusiva, salvo i periodi di assenza permessi dalle norme del diritto dell’immigrazione.

Procedura per l’acquisto di un immobile per uno straniero in Italia

Una volta che è stato individuato l’immobile di gradimento, lo straniero deve formulare una proposta d’acquisto al venditore o all’agenzia immobiliare a cui ne è stata eventualmente affidata la gestione.

L’agenzia immobiliare, che mette in relazione le parti e collabora per la conclusione dell’accordo, viene remunerata con una provvigione, in genere del 3% o 4%, oltre l’Iva al 22%. L’acquirente paga una provvigione e il venditore, eventualmente, un’altra.

Con la proposta d’acquisto, lo straniero si impegna in maniera irrevocabile ad acquistare l’immobile in questione, e rilascia una caparra (generalmente “confirmatoria”), ad esempio di cinque o diecimila euro, che viene trattenuta in caso di inadempimento: nel caso in cui il proponente sia inadempiente, la caparra verrà trattenuta dal proprietario dell’immobile. Se invece a essere inadempiente è il promittente venditore, egli dovrà restituire il doppio della caparra. L’agenzia immobiliare è obbligata a consegnare la caparra (cioè l’assegno, anche bancario e non necessariamente circolare) nelle mani del venditore al momento dell’avvenuta conoscenza dell’accettazione della proposta ad opera di tutte le parti coinvolte.

Nel momento in cui il proprietario comunica l’accettazione, l’affare è concluso e si dovrà addivenire alla stipula del contratto preliminare di compravendita (c.d. compromesso).

Con il compromesso le parti si impegnano a stipulare il contratto di compravendita, del quale definiscono gli elementi essenziali. Generalmente si procede con la stipula del contratto preliminare perché non ci sono ancora i tempi tecnici per provvedere alla compravendita definitiva, ad esempio, perché l’acquirente non ha ancora ottenuto la delibera del mutuo oppure deve essere regolarizzata la conformità urbanistica dell’immobile; ciò nonostante, le parti intendono creare un vincolo più consistente di quanto sia la proposta d’acquisto già siglata; tant’è che con il preliminare l’acquirente rilascia un ulteriore importo a titolo di ulteriore caparra o a conto prezzo.

Se il compratore ha un particolare interesse ad acquistare quel determinato immobile e non ci sono riserve legate ad aspetti urbanistici, oppure a eventuali aspetti formali o sostanziali che possono far venir meno la volontà di acquistare, sarà nel suo interesse fissare una caparra più alta, in modo tale da vincolare in maniera più consistente il venditore.

Il passo successivo è, a meno che l’acquirente non provveda a corrispondere il pagamento dell’intero prezzo con le proprie finanze personali, attendere che la Banca deliberi il mutuo. Per ottenere il mutuo occorre rivolgersi a una banca e fornire i documenti che attestano l’idoneità reddituale e l’affidabilità del richiedente, oltre alla proposta d’acquisto e a una visura aggiornata dell’immobile, più i documenti eventuali che attestano i passaggi di proprietà (ad es. le pratiche di successione, se il venditore è proprietario in qualità di erede). Il mutuo, a scelta del cliente, può essere richiesto a tasso fisso o a tasso variabile: anche su questo aspetto è da ritenersi inevitabile, per lo straniero in Italia, rivolgersi a un consulente esperto di finanza, perché in base all’andamento dei mercati può essere più vantaggiosa l’una o l’altra soluzione.

Ottenuta la delibera del mutuo, si prende appuntamento con il Notaio per la stipula del contratto definitivo di compravendita, detto rogito notarile, e del contratto di mutuo bancario. Ma attenzione: è consigliato rivolgersi al proprio Notaio di fiducia sin dai primi passi del procedimento, senza aspettare il momento della stipula, perché il suo intervento tempestivamente sollecitato può risolvere facilmente alcuni problemi.

Con il rogito ha conclusione la procedura d’acquisto immobiliare, consacrata dalla consegna delle chiavi. Ricordiamo però ancora che la compravendita immobiliare è un contratto reale con effetti obbligatori, per cui il contratto si è già concluso con l’incontro dei consensi, dunque la consegna delle chiavi può anche essere successiva. I versamenti effettuati a titolo di caparra vengono decurtati dal totale dovuto, in relazione al quale viene rilasciato un assegno circolare. Il resto del prezzo, se richiesto il mutuo, viene erogato dalla Banca stipulante.

Questa è la procedura di acquisto di un immobile in Italia, sommariamente indicata, poiché tra una fase e l’altra si innescano diverse micro-operazioni, quale può essere, ad esempio, quella degli accertamenti urbanistici e delle visure catastali che devono essere effettuati già prima della stipula del compromesso; oppure le pratiche riguardanti i bonus casa, laddove il bene compravenduto sia un immobile da ristrutturare, per le quali è richiesta la consulenza di un bravo commercialista.

Permesso di soggiorno per la residenza elettiva in Italia

Lo straniero che ha ottenuto il visto per residenza elettiva, entro 8 giorni dall’ingresso, deve richiedere il permesso di soggiorno per residenza elettiva.

Detto permesso di soggiorno per residenza elettiva si richiede tramite kit postale. Bisogna quindi presentarsi all’ufficio postale e compilare il relativo kit, pagando le tasse previste per il permesso di soggiorno elettronico. L’ufficio postale rilascia un tagliando con l’appuntamento presso la Questura.

Lo straniero si presenta presso l’Ufficio Immigrazione della Questura competente, nell’orario indicato, e rilascia le impronte dattiloscopiche. Successivamente sarà chiamato dalla Questura stessa, che lo informerà del rilascio del permesso di soggiorno per residenza elettiva.

La procedura, quindi, se tutto va bene, si conclude con il ritiro del permesso di soggiorno per residenza elettiva presso il Commissariato di zona.

La gestione dei beni immobili in Italia, tasse e utenze in Italia

La gestione degli immobili in Italia richiede impegno dal punto di vista delle attività da svolgersi, e una buona disponibilità economica idonea a far fronte alle varie tasse previste dalla legge e altri oneri connessi alla titolarità di un immobile in Italia.

Partendo dalla fase dell’acquisto, oltre alle tasse sul mutuo, va considerata l’imposta di registro, fissata dalla legge al 9%, eccetto la prima casa (che prevede l’aliquota del 2%) e i terreni agricoli (15%). Dunque, chi acquista la prima casa da soggetto diverso dall’impresa costruttrice, paga l’imposta di registro del 2%, con un minimo di 1.000 euro, sul valore catastale dell’abitazione, indipendentemente dal prazzo, e le imposte ipotecarie e catastali nella misura fissa di 50 euro ciascuna. Ricordiamo che bisogna ricordare di comunicare il trasferimento di residenza entro 18 mesi dal rogito al fine di non perdere il beneficio prima casa.

Anche il contratto preliminare prevede delle tasse. Anzitutto, esso deve essere registrato entro 30 giorni dalla firma. Nel caso sia stato stipulato davanti al Notaio è quest’ultimo che vi provvede. Per la registrazione è dovuta l’imposta di registro fissa di 200 euro, a prescindere dal prezzo della compravendita, più l’imposta di bollo di 16 euro ogni 4 facciate e comunque ogni 100 righe. Se il preliminare è formato per atto pubblico o scrittura privata autenticata, l’imposta di bollo è dii 155 euro. Inoltre, quando il preliminare prevede un pagamento, è dovuta l’imposta di registro proporzionale pari allo 0,50% delle somme previste a titolo di caparra confirmatoria e al 3% delle somme corrisposte come acconto sul prezzo di vendita.

Dopo l’acquisto, vanno considerate:

  • l’imposta unica comunale (Iuc);
  • l’imposta Municipale Unica (Imu);
  • la Tassa sui rifiuti (Tari);
  • la Tassa sui servizi indivisibili (Tasi);
  • oltre all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Vanno poi considerate tra le spese di gestione, le principali utenze, ovvero il gas e l’acqua, l’energia elettrica, nonché, se l’immobile è regolarmente abitato, la linea telefonica. Sul valore di queste utenze influirà l’utilizzo che si farà dell’immobile e il numero degli abitanti, considerando, per esempio, che la spesa per il gas di una persona single che vive nell’abitazione solo pochi giorni al mese sarà ben diversa da quella di una famiglia di 4 persone che abita la casa regolarmente.

Inoltre, bisogna considerare le spese condominiali, che si dividono in ordinarie, le quali sono a carico del venditore fino al giorno del rogito, e quelle straordinarie, che, per giurisprudenza maggioritaria, sono a carico del venditore laddove era ancora lui il proprietario alla data dell’assemblea condominiale che ha deliberato la spesa, indipendentemente dal fatto che i lavori siano stati eseguiti successivamente alla compravendita.

Gli oneri condominiali, che vengono determinati in base alle tabelle millesimali (quindi ai metri quadri dei singoli appartamenti) sono un elemento di spesa da tenere in grande considerazione al momento della proposta d’acquisto, perché idonee a incidere sul budget di gestione annuale dell’immobile in modo considerevole per chi intende investire in immobili in Italia.

È fondamentale, per chi acquista un immobile, farsi rilasciare dal venditore la dichiarazione dell’amministratore condominiale che attesa l’assenza di debiti verso il condominio, posto che la legge prevede la responsabilità solidale del venditore e dell’acquirente per tutte le spese condominiali relative all’anno in corso al momento dell’atto di compravendita e all’anno precedente (art. 63, c. 4, delle disposizioni di attuazione del codice civile). Ciò significa che l’amministratore di condominio può richiedere il pagamento di queste spese anche all’acquirente, che poi, naturalmente, potrà rivalersi sul venditore.

Le norme e le modalità di acquisto casa in Italia

La compravendita è disciplinata innanzitutto dall’art. 1470 del codice civile: “La vendita è il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di una cosa o il trasferimento di un diritto verso il corrispettivo di un prezzo”. La compravendita è quindi un contratto a prestazioni corrispettive. Il prezzo è uno degli elementi principali, insieme con la cosa venduta.

Dal contratto di compravendita sorgono obbligazioni in capo alle parti; il compratore ha l’obbligo di corrispondere il prezzo pattuito e le spese della vendita. Il prezzo va pagato nel termine e nel luogo stabiliti nel contratto, al momento della consegna e nel luogo dove questa si esegue, se le parti non hanno stabilito diversamente.

La vendita è un contratto ad effetti reali, cioè che trasferisce la proprietà del bene, e la traslazione avviene con il semplice consenso; la consegna della cosa è oggetto di un’obbligazione del venditore, ma non è un elemento da cui dipende la conclusione del contratto.

L’acquisto di una casa in Italia può avvenire in varie forme:

  • L’ipotesi tradizionale è quella in cui un soggetto (compratore) acquista un immobile già esistente, da un altro soggetto (venditore);
  • Altra ipotesi, anch’essa di rilievo, è l’acquisto degli immobili in costruzione. L’acquisto di appartamenti o villette di nuova costruzione viene concordato prima che il fabbricato sia concluso o addirittura prima che siano iniziati i lavori di costruzione. Si parla in questo caso di “vendita sulla carta”.
  • La vendita con riserva di proprietà – definita anche “vendita con patto di riservato dominio” – consente la conclusione di una compravendita immobiliare quando l’acquirente non riesce a ottenere il mutuo bancario. Attraverso la dilazione, in tutto o totale, del prezzo, che viene pagato ratealmente, il venditore di fatto finanzia l’operazione di acquisto da parte dell’acquirente, ed è tutelato contro il rischio dell’inadempimento dal meccanismo della riserva di proprietà
  • La multiproprietà riguarda la situazione in cui la proprietà di un immobile, generalmente un appartamento ubicato in una località turistica, è ripartita tra più persone in corrispondenza di differenti periodi dell’anno (per esempio dal 1° al 31 luglio e dal 1° al 31 agosto). Giuridicamente, si ha una comproprietà dell’appartamento, i cui turni di utilizzo sono regolati da un accordo tra i comproprietari.

La compravendita immobiliare, anche quella tradizionale indicata per prima, rappresenta un’operazione di particolare complessità sotto il profilo giuridico, ma anche per tutti gli adempimenti tecnici e amministrativi che da essa conseguono.

Per questo appare indispensabile che uno straniero che non conosce il nostro ordinamento e non ha le competenze necessarie, o semplicemente il tempo, affidi l’operazione di acquisto di un immobile in Italia per stranieri a un professionista specializzato.

Come lo studio legale Boschetti può far ottenere la Residenza Elettiva per l’Acquisto Immobiliare In Italia

Lo straniero che intende ottenere un visto per residenza elettiva per l’acquisto immobiliare in Italia può rivolgersi a noi e ottenere assistenza immediata in tutte le fasi del procedimento.

La compravendita immobiliare, infatti, è una procedura complessa, che prevede una serie di fasi di una certa complessità, nelle quali sono coinvolte diverse figure professionali.

Per poter gestire l’intero procedimento occorre avere non soltanto la padronanza giuridica in materia di diritto immobiliare, ma anche una certa dimestichezza con tutti gli adempimenti tecnici e burocratici che caratterizzano ogni compravendita.

Affidandosi a Boschetti Studio Legale, lo straniero che chiede il visto per residenza elettiva è al sicuro per il fatto di poter contare su un team di professionisti specializzati, che possono assisterlo in tutte le fasi della compravendita immobiliare, liberandolo così dal rischio di cadere in una trappola, nonché, nei casi più gravi, in una truffa immobiliare.

In particolare, per quanto riguarda il compromesso e il contratto definitivo di compravendita, esaminiamo la bozza redatta dal Notaio, valutiamo che le clasuole inserite non determinino per il cliente una posizione di svantaggio o di pregiudizio, e cerchiamo il più possibile di salvaguardare i suoi interessi proponendone delle nuove.

Assistiamo il cliente, inoltre, nella fase che precede la stipula dell’atto di compravendita, requisito essenziale per ottenere la residenza elettiva per l’acquisto immobiliare in Italia, ad esempio consultando professionisti muniti delle abilitazioni richieste per controllare la regolarità urbanistica e catastale dell’immobile, e tramite una visura nei registri immobiliari, l’assenza di elementi pregiudiali, quali ad esempio un’ipoteca.

Boschetti Studio Legale, in conclusione, può assistere lo straniero che vuole acquistare un immobile in Italia per ottenere il visto per residenza elettiva e, entrato in Italia, entro 8 giorni, il permesso di soggiorno per residenza elettiva.

Operiamo sia in modo diretto, per tutto ciò che attiene alla consulenza immobiliare, sia in via mediata, cioè grazie al supporto di altri professionisti, limitatamente a quelle attività che invece richiedono competenze specialistiche riservate a professionisti iscritti in specifici albi, come ad esempio gli ingegneri o i notai.

Passi semplici e veloci

Passi semplici e veloci per ottenere la Residenza Elettiva per l’Acquisto Immobiliare In Italia

Per ottenere la residenza elettiva per l’acquisto immobiliare in Italia bisogna seguire i passi sotto elencati:

  • individuare una lista di immobili di proprio interesse;
  • informarsi ai tassi d’interesse applicati dalle Banche in merito ai mutui;
  • richiedere un visto per affari e visionare gli immobili individuati;
  • scegliere l’immobile giusto e formulare una proposta vincolante d’acquisto, eventualmente tramite l’agenzia immobiliare, se incaricata;
  • avviare una trattativa, se il prezzo proposto non viene accettato;
  • se si è convinti del buon esito dell’affare, richiedere già il mutuo nella Banca prescelta, perché i tempi possono essere lunghi;
  • iniziare a consultare il proprio Notaio di fiducia;
  • attendere l’accettazione formale della proposta da parte del venditore;
  • richiedere i documenti inerenti l’immobile e i venditori;
  • accertarsi della regolarità urbanistica e catastale dell’immobile, e che sullo stesso non gravino elementi pregiudiziali, quale può essere un’ipoteca;
  • recarsi dal Notaio per la stipula del compromesso;
  • attendere la delibera del mutuo bancario;
  • stipulare l’atto definitivo di compravendita (c.d. rogito).
  • lo straniero richiede il visto per residenza elettiva allegando il contratto di compravendita, ma per alcune ambasciate è già sufficiente il contratto preliminare.

Cosa si intende per residenza elettiva?

Per residenza elettiva si intende il visto d'ingresso che può ottenere lo straniero in grado di dimostrare che può vivere in Italia senza dover lavorare, potendo usufruire di ampie e stabili risorse economiche provenienti da fonti lecite, delle quali si possa supporre la continuità per il futuro, e che abbia un immobile in Italia - di proprietà o in locazione - da poter eleggere a residenza.

Come risiedere legalmente in Italia?

Per risiedere legalmente in Italia, lo straniero deve possedere un valido titolo di soggiorno. Nel caso della residenza elettiva, lo straniero deve prima ottenere un visto per residenza elettiva e poi, fatto ingresso in Italia, entro 8 giorni, il relativo permesso di soggiorno per residenza elettiva che costituirà titolo per poi richiedere la residenza, presso l'immobile che lo straniero deve possedere, o in qualità di proprietario o di conduttore (affittuario).

Chi ha il permesso di soggiorno ha anche la residenza?

Avere il permesso di soggiorno non comporta automaticamente l'attribuzione della residenza, in quanto, per questa, è necessaria un'apposita istanza dello straniero per essere iscritto nell'Anagrafe della Popolazione Residente (ANPR) del Comune in cui ha la stabile dimora.

Quali sono i permessi di soggiorno convertibili?

La conversione può riguardare il permesso di soggiorno per studio, che può essere convertito in permesso di soggiorno di lavoro nei limiti delle quote d'ingresso, nonché il permesso per lavoro stagionale, che può essere convertito, sempre nei limiti delle quote, in permesso per lavoro subordinato. Sono poi convertibili in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, i permessi di soggiorno rilasciati per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza di minori, per cure mediche. La conversione può essere poi prevista per motivi familiari, per attesa occupazione e per altre ipotesi residuali.

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